L’incidente che ha provocato la morte della giovane sciatrice Matilde Lorenzi avvolge nel dolore anche il Centro Sportivo Italiano, a maggior ragione perché la tragedia si è verificata proprio mentre la giovane praticava sport. Non vorremmo mai leggere queste notizie nello sport, come in ogni altra attività. Però, alla luce di quanto è accaduto, sono d’accordo che una riflessione sulla sicurezza nello sport sia ancora utile. Ora, per Matilde, possiamo solo pregare, ma è giusto continuare a lavorare perché queste disgrazie non si ripetano. Nel suo nome e nel nome di tutti quelli che nello sport hanno trovato la morte. Chi mi segue su queste pagine sa quanto spesso io mi riallacci al valore delle nostre radici. Sarà sicuramente anche perché, non più giovanissimo, sento viva dentro di me l’esperienza del Csi come era (come eravamo) più di 50 anni fa. Così ogni tanto mi regalo uno “spazio nostalgia” andando a rivedere documenti, foto, magari filmati del secolo scorso, di un tempo non troppo lontano, ma di un’altra epoca. Eppure c’è un filo di continuità. Ho riletto, ad esempio, con piacere, e con un pizzico di malinconia, un opuscolo predisposto nel 1980 dal Csi e arricchito con le vignette di Jacovitti. Impressiona specialmente l’incipit: «Il nostro tempo è fortemente segnato dall’egoismo e dall’utilitarismo. La gratuità – che è matrice ed espressione di amore, di altruismo, di solidarietà – sembra essere una dimensione scomparsa dal nostro modo di vivere, un valore perduto della nostra vita individuale e sociale… Anche lo sport è diventato… un’attività simile alle altre che assillano ed avvelenano la nostra esistenza quotidiana: bisogna allenarsi sempre più intensamente, fare risultati sempre più alti, vincere, diventare campioni». Quarantaquattro anni dopo la stesura di questo documento (che include anche molto altro) posso dire che il Csi cerca di rimanere fedele alle proprie radici: un’Associazione di uomini e donne che si dedicano agli altri, ai giovani, alla loro formazione e alla loro educazione. Attraverso lo sport. Dobbiamo impegnarci a farlo nella sicurezza e nella tutela delle differenti età, delle doti individuali, del valore della vita. In questo modo, saremo ottuagenari, ma anche giovani e vitali.
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