Dal Ministro Abodi tracce di un Codice etico per gli Enti

Se chiedessimo a un dirigente di società sportiva di un Ente di Promozione Sportiva quale sia il problema attualmente più arduo da affrontare, sono certo che al 90% dei casi risponderebbe: l’incertezza su ciò che si può e che non si può fare.

In Italia, abbiamo un patrimonio immenso di dirigenti volontari nella promozione sportiva, capaci di prendersi responsabilità, di gestire servizi eccellenti, talvolta, però, senza conoscere se sia corretto o sbagliato.

Ed è molto grave. Per questa – e per altre comprensibili ragioni – ho partecipato con molto piacere, lunedì, a Roma, all’incontro con il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi. Il Ministro – peraltro oggi chiamato a fronteggiare grossissime complicazioni, anche nel campo della cosiddetta attività maggiore, con le società di Serie A, per fare un solo esempio, che reclamano un atteggiamento di maggiore attenzione nei loro confronti – ha riservato al mondo degli Enti di Promozione Sportiva uno spazio di dialogo molto ben organizzato, facendosi affiancare dal capo del Dipartimento, Flavio Siniscalchi, e da Massimiliano Atelli, Capo di Gabinetto del Ministro.

Sono state così tracciate le linee guida di un Codice etico di comportamento nel nostro settore che è, in fondo, la base di partenza per tutte le altre norme. Il dialogo è stato costruttivo e di grande prospettiva.

Abodi ha sottolineato che la promozione sportiva equivale alla salute dei cittadini, al contrasto alla sedentarietà, spesso causa di molte malattie contemporanee; ma, soprattutto, vuol dire aiutare le giovani generazioni a non finire prigioniere degli smartphone e dell’isolamento personale, grazie ad attività continuative e accessibili. Infine, si è anche ribadita la necessità di operare nel rispetto e per la valorizzazione del lavoro sportivo, per una formazione seria e certificata dei responsabili ad ogni livello. Mi sono trovato molto d’accordo su questi temi, perché hanno sempre visto il Csi in prima linea nello sviluppo di azioni a sostegno dei cittadini, del territorio, e dell’attività dei ragazzi. Abbiamo provato, in ogni modo, anche con progetti di polisportività, per offrire a ciascuno la possibilità di praticare uno sport preferito, senza lo stress di un’attività supertecnica o superagonistica. Insomma: abbiamo sempre cercato di far vivere meglio le persone e i risultati ci hanno dato ragione.

Share this post
Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp