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Un big bang per scambiare opinioni tra Comitati

Un big bang per scambiare opinioni tra Comitati

Un ritorno scoppiettante per la Scuola Dirigenti del CSI nazionale. Tante iniziative che hanno raccolto consensi e adesioni; dopo la “Sei giorni dei dirigenti” è arrivato il Big Bang. Circa 120 partecipanti in rappresentanza di 71 Comitati per scambiarsi, in videoconferenza, le esperienze dei propri territori. Una serata "sperimentale", un format mai sperimentato prima. Gli iscritti sono statu suddivisi in "gruppi" eterogenei con un mix tra comitati tra nord, centro e sud. Stanze di discussione composte da una decina di persone per dare a tutti la possibilità di intervento (5 minuti a testa). Due sole le indicazioni date per gli interventi; quali sono gli obiettivi principali del comitato in questo quadriennio, quali le priorità e cosa vuole sviluppare il Comitato nei prossimi quattro anni. La seconda parte dell’intervento invece doveva occuparsi della criticità più grande che il comitato sta affrontando rispetto agli obiettivi . Al termine della serata sondaggio per dare il parere su come è andata la serata. Due le stanze con la presenza della Vallecamonica. Quella coordinata dal Presidente del CSI Lombardia Paolo Fasani ha visto confrontarsi con il nostro comitato i rappresentanti di Ravenna, Rieti, Gubbio, Reggio Calabria, Varese, Verbania, Terra d’Otranto e la Regione Umbria. Molto simili i problemi e gli obbiettivi di tutti i Comitati. Il CSI Ravenna pensa nei prossimi anni di investire risorse negli impianti sportivi, promuovere formazione qualificata, mettere al centro dell’azione il terzo settore e lo sport di welfare oltre a tornare ad essere centrali nella proposta dell’attività sportiva. Sui problemi evidenziato quello dei costi della gestione degli impianti sportivi e il drop out giovanile. La preoccupazione maggiore per il Comitato di Rieti è il calo dei volontari impegnati nell’associazione. Per risolverlo sono state promosse campagne di promozione per far conoscere il CSI soprattutto nelle scuole. La Terra d’Otranto ha allargato la gamma di attività sportive seguite ai motori e alle arti marziali, consolidato la collaborazione con le scuole e con gli oratori del territorio proponendo un torneo. I problemi sono i pochi collaboratori, gli arbitri e c’è un forte conflitto con gli altri enti sportivi presenti sul territorio. Il Comitato di Varese pensa a promuovere sport emergenti, a rafforzare la formazione anche per queste nuove discipline sportive, collaborare con la scuola fornendo crediti formativi. La fatica nel trovare gli arbitri è comune anche nel varesino quindi nei prossimi anni l’impegno è ad allargare la base promuovendo il ricambio generazionale. Anche in questo Comitato sarà affrontato il tea della gestione degli impianti sportivi. Ha conquistato credibilità nel territorio il CSI Verbania che viene cercato da enti e associazioni per promuovere insieme iniziative. Le criticità sono il recupero del terreno perso in questi due anni, le spese per la gestione degli impianti e, soprattutto, la formazione. L’obbiettivo del CSI Gubbio è quello di responsabilizzare i giovani inserendoli al’interno del Comitato che ha problemi simili agli altri Comitati: carenza di arbitri, pochi giovani e società da rimotivare. Ha messo in campo delle esperienze fantasiose il CSI Reggio Calabria per superare il lungo periodo di inattività. Il gioco in strada, nei cortili della città ha permesso di venire a contatto con tante persone, famiglie e società sportive. Il prossimo quadriennio punta a rinnovare con la formazione educativa la classe dirigente dell’Associazione. Anche in questo comitato ci sono problemi di rapporto con altri enti di promozione sportiva che non hanno le nostre attenzioni. Sul tema degli impianti sportivi si sta sperimentando la cogestione con i gruppi sportivi del territorio. Nel Comitato regionale di Perugia c’è attenzione per i territori cercando di fare squadra con i diversi comitati. Gli obbiettivi sono quelli già sentiti in precedenza: formazione, intercettare le nuove discipline sportive per dare una risposta ai giovani, rapporti con gli oratori con la richiesta al CSI nazionale di predisporre un progetto nazionale su questo tema. La serata è terminata con la riflessione di don Alessio Albertini. “In questo tempo dobbiamo impegnarci per dare il meglio di noi stessi. È un tempo di cambiamenti epocali e non possiamo concentrarci su quello che c’è già stato”. Poi un lungo passaggio dedicato alla tragedia della guerra. “Due le immagini che fotografano questa situazione. Il palazzetto dello sport di Chisinau in Moldavia adibito ad accogliere chi scappa dalla guerra e la mamma e due bambini uccisi dalle bombe alla periferia di Kiev mentre scappano. Questi bambini volevano solo giocare ma non alla guerra.” Guerra e sport hanno lo stesso obbiettivo, quello della vittoria; ma nella guerra questo obbiettivo lo si vuole perseguire ad ogni costo mentre nello sport la vita vale più di ogni altra cosa. “Nella guerra non ci sono regole e giudici che ad un certo punto dicano che è finita.” Il CSI e i suoi tesserato devono essere operatori di pace, gente che si impegna per fare la pace convinti che lo sport è un gioco, un incontro e la pace è il primo presupposto per fare la pace. “Poi dobbiamo aiutare i giovani a capire che è bello vincere ma è disgustoso umiliare gli avversari”.